domenica 31 gennaio 2016

LA BELLA GIOVENTU'

Noi siamo quel che siamo. Il tempo scorre e non ci accorgiamo che passa. Pensiamo di essere forti, di essere belli, di essere attraenti , poi vediamo lei Jean Birkin nella sua bellezza nonostante i suoi settantanni e ci sentiamo presi dalla nostalgia per la sua gioventù.
La donna è la più forte. Il suo grande amore Serge Gainsbourg è morto nel 1992, più di vent'anni fa.
La vita va avanti. 
Eravamo belli. Avevamo la bella gioventù
L'abbiamo amata,  odiata e allontanata. Ma se ricordi quella canzone ... ti rendi conto di quello che ci ha dato.
Questo è un omaggio alla bellezza qualsiasi forma essa abbia. Ma quanto ci siamo amati!

Vi presento il settimo re di Roma 
TARQUINIO IL SUPERBO, 
una schifezza di uomo.
E’ il settimo e ultimo re di Roma. È Tarquinio il superbo. Vero nome è Lucio Tarquinio. Un personaggio scomodo con cui parlare, un uomo di merda.
Figlio di Tarquinio Prisco. Sposò la figlia maggiore di Servio Tullio, poi sposò la figlia minore, sempre di Servio Tullio, dalla quale ebbe tre figli.
Uomo che non voleva aspettare. A tipo pazzoide e schizofrenico. Si mise a sedere sul trono del re, suo suocero, dicendo che lui era il re di Roma.
Avvertito di questo fatto Servio Tullio si precipitò nella Curia
“Ohé! Uomo di merda! Levati di lì”, intimò Tullio.
“Ma chi sei? O re? Io sono il re e se ti avvicini un altro poco , ti afferro e di butto giù dalle scale”, lo minacciò Tarquinio.
Tullio si precipitò per afferrarlo per la gola ma Il Tarquinio era giovane e forte e poi aveva dalla sua parte i figli avuti da Tullia Minore.
Tarquino lo prese e lo scaraventò sulle scale. Tullio era solo ferito. Non era morto. La figlia, sempre questa monco spastica, lo travolse con il cocchio che guidava e lo finì.
Perché viene chiamato il superbo?
Per aver negato la sepoltura di Servio Tullio.
Tarquinio prese con la forza il potere senza avere l’approvazione del Popolo e del Senato. Inizia così la monarchia assoluta.
Controllò la città, grazie anche ad una guardia del corpo personale (cento uomini fidati e disposti a tutto per il loro re).
Anche Romolo aveva la sua guardia del corpo e sappiamo la fine che fece. Annientò la struttura democratica della società romana ed alimentò l’odio verso di lui dei Patrizi e dei Plebei. Certo i suoi figli non erano stinchi di santi.
Tarquinio Sestio, figlio del re, non si dava pace. Era lì insieme ai suoi uomini per conquistare la città di Ardea ma il suo chiodo fisso era Lucrezia, la bella moglie di Lucio Collatino.
“Cosa hai Sestio. Ti vedo strano, assente. Sembri una mina vagante”, chiese suo padre.
“Papà! Da uomo di merda a uomo di merda, io voglio Lucrezia, E se lei non ci sta, la violento. Tu cosa ne pensi?”
“Ma a chi aspetti. Lo so bene io quando uno ci rimane male se non ottiene quello che desidera. Va! Va! … sei sempre il figlio del re”, lo incitò il Superbo.
Sestio non se lo fece ripetere due volte. Prese il cavallo e si diresse verso Roma.
Lucrezia s’era svegliata di mattina presto ma aveva un presentimento come se la giornata non le riservasse nulla di buono.
La sua schiava Rasi le consigliò di prendere un tranquillante.
“Ci ho pensato, Ma ho finito la scorta e la bottega apre alle undici. Fammi un massaggio, piuttosto”, chiese Lucrezia.
“Lucrezia, Lucrezia, gridò Sestio, Ti massaggio io”
Rasi si allontanò e li lasciò soli.
“E tu che ci fai qui? Non stavi ad Ardea? Che vuoi?”, chiese la donna, quantunque spaventata.
“Voglio te. Ho provato a dimenticarti ma non ci sono riuscito”
Lucrezia non sapeva cosa fare. La situazione non era gestibile. Tentò una via di fuga.
Sestio la rincorse, l’afferrò e la buttò terra.
“Mia, mia mia”, gridò mentre la spogliava.
Lucrezia rimase impassibile. Subì la violenza senza reagire.
Appagato Sestio si allontanò.

Il giorno dopo Lucrezia andò nel campo militare dove c’era suo marito e di fronte a lui si suicidò per essere stata violentata.
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HASTA LA VISTA COMPAGNERO
Monte Orlando ore 13.23 del giorno 31.01.2016




giovedì 14 gennaio 2016

GAETA … QUANTI OSTACOLI PER IL MAUSOLEO DI LUCIO MUNAZIO PLANCO!



Noi plaudiamo a quanto ha fatto il comune di Gaeta per aver 

costituito Il parco di Monte Orlando che ha un'estensione di 89 ettari di cui 59 di area terrestre e 30 di area marina. Inserito all'interno del territorio di Gaeta, il Parco rappresenta la parte terminale del sistema montuoso degli Aurunci. Quest'area protetta è gestita dall’Ente Parco Regionale 
Riviera di Ulisse insieme alle aree del Parco Regionale Suburbano di Gianola e Monte di Scauri e del Monumento Naturale di Sperlonga. Dalla forma tipicamente tondeggiante Monte Orlando è legato a settentrione alla terraferma da un sottile lembo di terra e termina nella parte meridionale con un'alta costa rocciosa caratterizzata da spettacolari falesie. Il territorio risente dell'azione corrosiva dell'acqua, infatti la pioggia penetrando nelle rocce dissolve il carbonato di calcio in esse contenuto dando origine a numerose e tipiche forme erosive. Anche il mare ha contribuito a dare forma al promontorio e nel corso dei secoli, attraverso il moto ondoso, ha modellato ed inciso le rocce lasciando tracce fossili, segni riconoscibili dell'antico livello del mare. L'intervento dell'uomo, nelle diverse epoche storiche, ha lasciato il suo segno su Monte Orlando. Particolare attenzione va data alle fortificazioni militari, costruite proprio all'esterno e all'interno dell'attuale Parco e che hanno reso Gaeta una fortezza di rilevanza strategica per il Regno di Napoli.

E lì proprio al cima del monte Orlando giace ormai stanco e

 contrariato il MAUSOLEO DI LUCIO MUNAZIO PLANCO …

 con orario di visita… non si sa. Forse ore 9 – 12.

Tu, turista o visitatore, dopo che hai sconfitto la fatica nel salire fin qui. Arrivato stanco e provato, ti trovi il sito chiuso: che fai? Bestemmi? T’incazzi? No, ti limiti a vederlo attraverso le sbarre e te ne stai fuori su una panchina lontana ad ammirare questo mausoleo.

E’ ARTE NEGATA? SI’

Non tutti sono giovani, atletici e pieni di salute. Bene la 

chiusura alle macchine, bene quanto fatto il comune per la

 cura del parco, ma si potrebbe mettere un pulmino (anche

 con pagamento) da portare i visitatori fin sulla cima, fino a 

vedere PLANCO.

La discesa di certo non sarà un problema.

CHI E’ MUNAZIO?

E’ uno dei più noti generali di Cesare. Fu console nel 42 a.C., 

poi proconsole in Siria. Parteggiò per Ottaviano. Morì a 

Gaeta il 22 a.C. e fu sepolto nel mausoleo che s’era fatto 

costruire. Chi fa per sé fa per tre.

Nota quando ho visitato il mausoleo ho rimasto a MUNAZIO I 
MIEI TRE LIBRI  in modo che non si annoiasse di restare da solo.


FREQUENZA DI CONTATTO   L’ASCENSORE BOSTON  

UN ANNO UN GIORNO


HASTA LA VISTA COMPAGNERO 14/01/2016

lunedì 4 gennaio 2016

ROMA, UNA GIORNATA PARTICOLARE



Il 2016 è arrivato, per fortuna senza freddo e gelo. Un augurio particolare a 

tutti i miei fans sparsi per il mondo. Sarà l’anno della pace universale? 

Speriamo bene.
Il tempo era bello. C’era il sole, anche se faceva un po’ di freddo. Cosa altro da fare? … ROMA.
La città eterna mi mancava da un po’ di tempo. Forse erano sette anni che non ci andavo.
La stazione di Roma termini era in continuo fermento. Gente che andava, gente che veniva. Tedeschi, coreane, giapponesi, finlandesi … insomma il mondo intero.


Mi sono incamminato per andare a vedere il MOSE’ di Michelangelo.
Arrivati … la chiesa era chiusa. Era domenica , lo si doveva immaginare.
Niente paura … sarà per un’altra volta. La freccia indicava la direzione da prendere per arrivare alla DOMUS AUERA DI NERONE. Dopo una sfacchinata per arrivare in cima , l’addetta all’ingresso, una signorina, mi ha chiesto il codice d’ingresso per la prenotazione, anche se era la prima domenica del mese GRATIS. Non potevo entrare. Provvederò a fare la prenotazione il mese prossimo.

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Dall’alto del colle vedevo un fiume di persone che si muovevano in ogni direzione. Una marcia inarrestabile, bella, variopinta e gioiosa. Mi avvicino al Colosseo. La fila per entrare era abbastanza lunga. Dirotto il mio pensiero per entrare agli scavi. Da lì non si passava. C’era un cartello che diceva che l’ingresso era in un'altra parte. La stanchezza mi ha preso, ed ho anche dimenticato di visitare la chiesa di SAN PRASSEDE.

Una coreana mi chiede il bus sex  fuor, il 64. L’accompagno al bus, la saluto.

Entro in stazione nella stazione. Il treno è pronto. La notte incombe.
Le luci del golfo di Gaeta si stagliano all’orizzonte.

Come è bello tornare a casa

 HASTA LA VISTA COMPAGNERO 04/01/2016