sabato 4 febbraio 2017

QUELLO CHE NON IMMAGINI ... di QUESTO MONDO!




I terremoti continuano a minare la resistenza della popolazione Umbra e abruzzese. Non c’è pace. La potente slavina che ha coperto il resort RIGOPIANO ci ha lasciati sgomenti. Seppelliti sotto una coltra di neve i clienti della struttura restavano sepolti vivi. Ringraziamo tutti i soccorritori che si sono dati da fare per salvarli tutti. Undici ne hanno tirati fuori vivi, per gli altri non c’è stato nulla da fare. Il presidente Trump continua nella sua politica americana il muro. Prima c’era il muro di BERLINO ora quello con il Messico. Non si tratta di una città ma di un intero stato Messicano. Ci saranno costi e battaglie. Saranno contenti? La Raggi risulta indagata. Così dicevano. Certo che i giornalisti anticipano, copiano, intrigano, aumentando a dismisura una vicenda che non ha né capo né coda. Vi ricordate di MARINO? Dopo anni non è risultato colpevole.
Il sindaco di Roma  Virginia Raggi ha delle polizze intestate : una per tremila euro, l’altra per trentamila euro.
CHI GLIELA FATTA?
 Oh Romeo … Romeo …perché l’hai fatto! Sei TU un Montecchi? Non trascinarmi in questo casino. Io sono una Capuleti
Ah, Virgì! Nun te vuleva fà spaventà

Dovrei indagare, verificare, individuare chi  mi ha fatto qualche polizza segreta.
Ha ragione a questo punto l’ex ministro Claudio Scaiola, ed è arrivato alla fine a vendere la casa con un guadagno pò pò di meno chè?... di quattrocentomila euro (qst e quello che sembra).
Renzi non ci sta. RITORNA IN CAMPO,
 Berlusconi Ha replicato anch’io.


FOR ALL MAI FANS

La spedizione dei mille e uno 
PROLOGO

Il mio nome è Silvio. Lo so, per voi non è sufficiente sapere chi sono: di Silvio ce ne sono parecchi in giro. Pellico è stato un eroe. Eduardo certamente lo associate a De Filippo e così Silvio lo assocerete all’uomo della Provvidenza. Nei libri di storia non troverete il mio nome tra i mille garibaldini, eppure c’ero. Sì, sono io l’uomo in più. Del resto, sapete bene che senza la mia presenza la spedizione dei mille non avrebbe mai potuto aver luogo, né sapete quello che ho passato per far in modo che tutti andassero d’accordo. Se era di questi tempi avrei annullato quella spedizione e ne avrei creata un’altra più funzionale al progetto. I bergamaschi, che erano appena nove o dieci, pretendevano di avere delle garanzie per la costituzione di una lega lombarda. In poche parole volevano che promettessi la liberazione della Padania. Ed erano solo nove ma mi hanno minacciato che avrebbero aggregato al loro gruppo i veneti e i piemontesi. I centristi, che erano un folto gruppo, volevano conquistare prima Roma per sedersi sullo scanno del Parlamento e porre le basi per una grande convergenza di ideali storici e europei per un Europa, libera e liberata. Li ho ascoltati. Ma tutte queste convergenze avrebbero portato a delle divergenze d’influenze estero ed ortodosse che avrebbero vanificato lo sforzo del pensiero liberale tale da portare all’implosione del Centro e alla sua distruzione. Cioè, come dice il grillo parlante: parole, suffissi, prefissi, lineari, storici, paralleli per non far capire un cavolo all’interlocutore. E poi c’erano i sudisti, i così detti Africani del Nord, che volevano la solo liberazione della Sicilia in modo da costituirsi come stato libero e indipendente. Per fortuna che allora non c’erano i comunisti. I socialisti sì! Garibaldi era tra questi. Non era un socialista puro. Era transgenico, cioè passava da una fase di socialismo rivoluzionario che abbracciava l’Europa intera a una fase di socialismo ragionato. Inaffidabile da ogni punto di vista. Nonostante ciò, mi è servito allora per essere accettato come una componente importante della missione, e in futuro per la mia formazione di collage o collante di formazione e pensieri variegati. Il sapere accontentare tutti e dare quelle piccole soddisfazioni che anche un incarico di terzo o quarto livello fosse gratificante. Il parlare calmo ed intermittente senza avere alterazioni e consentire a me ( alla Betty )di dire cento parole e agli altri quattro o cinque. Tutti mi vogliono bene da Pollanca, intendevo dire Paul Anka. Sì, il cantante americano. Quello che canta ogni volta ogni volta che parto... alla Fede che non mi manca mai e che mi è stato sempre a fianco. Nel mio pensiero c’è stato sempre il bene della mia Patria :l’Italia. Sì, in quei tempi era solo un embrione, non ancora sviluppato con tutti questi ducati e piccoli stati. Potevamo mai competere con la Francia e la Germania? (N.B. Alemagna è stata sempre una spina nel fianco anche allora). 
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E così sono sceso in campo anche se qualcuno mi ha gridato: ne potevi fare a meno. Questo sarà la storia a giudicarlo. Il mio nome è Silvio. Per la precisione Silvio Oliviero da Costa, così evitiamo confusioni parallele e futuristiche. Ah, dimenticavo! Sono lombardo, quindi italiano. Il cognome è di mio padre, portoghese. La mamma naturalmente è italianissima, cioè lombarda.

In libreria tra un mese o giù di lì

HASTA LA VISTA COMPAGNERO

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