mercoledì 8 gennaio 2014

LA SECONDA INTERVISTA A GARIBALDI



Innanzi tutto, buone feste fatte. Vi regaliamo uno stralcio della 2 intervista a Giuseppe Garibaldi.

compra le interviste alla storia

Giuseppe Garibaldi  2
Il Generale , appena mi vede comparire, fa un movimento come per alzarsi, ma io lo esorto a stare seduto.
Ha ormai più di settantanni il nostro Peppino Garibaldi,ma, nonostante l’età, conserva ancora nel suo spirito la forza di combattere, di essere vivo.
Il cameriere porta una brocca di vino della Sardegna e una caciotta.
Questa é la mia seconda intervista con il generalissimo.
-           Signor Generale, come é andata a finire quella storia della statua a Piazza del Plebiscito?-, chiedo, non avendo avuto tempo di seguire gli sviluppi della vicenda.
Giuseppe Garibaldi mi guarda per un po’, poi si mette la pipa in bocca e fa due tiri, prima di incominciare a parlare.
-           Le carte, signore! Le carte processuali dicono tutto. Io ho vinto. Il giudice mi ha dato ragione. Tocca a me quel posto a piazza del Plebiscito. Pensavo che almeno in due giorni avrei potuto spodestare la statua di S. E. Vittorio Emanuele II, macché!-
-           Cosa é che glielo impediva, considerato che i documenti e la giustizia le avevano dato ragione?-
-           Il re fece appello, adducendo a pretesto che io ero un oriundo. A me, a Giuseppe Garibaldi ha dato dell’oriundo! Ma documenti alla mano Nizza é francese ed io sono un oriundo. L’appello é stato accettato. Si doveva fare un’altra causa ma, considerato i tempi della giustizia italiana, ho perso le speranze di vedere la mia statua a Piazza Plebiscito, e poi Vittorio Emanuele II é morto prima di me ed anche Cavour, con il quale m’incazzavo sempre, é andato via. Ora ci sono solo rammolliti contro i quali non vale neanche la pena di spendere qualche parola.-
-           Belli i tempi dell’incontro a Teano, no?-, dico io.
Garibaldi mi guarda in un modo come se volesse dire qualcosa, ma che fosse impedito dal farlo, poi...
-           Giovanotto, ho voglia di parlare. Ho voglia di chiarire come effettivamente sono andate le cose. -,dice Garibaldi, tenendo la pipa ad una distanza di circa cinque centimetri dalla  bocca.
-           Bene , generale. Sono qui per questo.-, dico, ben sapendo che Garibaldi mi dirà delle cose interessanti sull’incontro di Teano con Vittorio Emanuele II.
-           Come lei ben saprà, l’incontro si doveva fare nei pressi di Teano. L’appuntamento era chiaro: ore 12.00 davanti alla pompa di benzina del cane a cinque zampe.-
-           Sei zampe, generale.-, correggo, interrompendo il suo discorso.
-           Lei dice sei. Per me erano cinque. Si vede che l’altra l’avranno messa un po’ di tempo dopo. Comunque, le dicevo. Arriviamo sul posto alle 11.50, in anticipo. Bixio... Apro una parentesi ( ancora non riesco a capire come ho fatto a vincere tante battaglie in trasferta, avendo come aiutante un uomo con una x). Chiudo la parentesi. Bixio, dicevo, mi fa notare che sono le 12.30 e che lui soffre di gastrite. Considerato che nei pressi c’era una taverna, la cosiddetta Taverna Nuova, esorto il mio fido ad andare a mangiare qualche boccone con tutti i garibaldini, consapevole che Vittorio avrà equivocato sul luogo dell’appuntamento ed ,invece del cane, avrà capito il cavallo alato, cioè un’altra pompa di benzina.
Comunque andiamo in questa taverna ed ordiniamo il pranzo. Dopo aver mangiato una bella coscia di pollo, prendo il calice, pieno di vino rosso, mi alzo e grido: salute.
Mi dovete credere, io ho detto solo:  salute. In quel momento entra il re ed il padrone del locale grida: Vittorio Emanuele re. Poi, alzando la voce chiama sua figlia: Italia.
I garibaldini , che erano mezzo ubriachi, associano le  parole : saluto Vittorio Emanuele re d’Italia. Si alzano e gridano: viva il re. Viva Vittorio Emanuele. Viva l’Italia. A quel punto io che dovevo fare?-
-           Abbozza.-, dico, stupito da questa verità storica.
-           Abbozzo. Mi trovo con il bicchiere in mano con davanti il re, sorridente e ,mio malgrado, grido: viva Vittorio Emanuele, re d’Italia.-
-           Mi faccia capire, signor generale. Ma lei non voleva cedere il regno delle due Sicilie al re?-
-           E che ero matto! Glielo avrei pure ceduto, ma avrei posto delle condizioni. Avrei tirato sul prezzo, altro che una barchetta e quattro stracci sporchi. -

-           Ma sui libri di scuola sta scritto che l’incontro é avvenuto a Teano.-.....continua

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