Attenzione per il mese di AGOSTO CODICE DI SCONTO DEL EBOOK UN ANNO UN GIORNO
Your coupon code is MX98E SOLO EURO 2,39 Approfittate!
Roberta, ex attrice, vive in piccolo borgo medioevale. E'serena e tranquilla, fino a quando non ricomparve Giovanni Astardi, il più grande amore della sua vita. Astardi era un attore di successo ma ultimamente non lavorava quasi più e s'era ridotto a fare piccole pubblicità per delle televisioni locali. Parlarono del loro presente e del passato. Astardi tornò a Roma alla ricerca di un successo perduto mentre Roberta cercò di riprendersi da quella visita che l'aveva molto destabilizzata e provata.Questo romanzo analizza gli aspetti contrastanti dell'ambiente cinematografico della Roma degli anni `90..I suoi personaggi ne sono condizionati in modo determinante e spesso drammatico, reagendo ognuno con la forza interiore di cui è capace.
Un romanzo avvincente per passioni,amori,tradimenti da gustare fino all'ultima pagina
Your coupon code is MX98E SOLO EURO 2,39 Approfittate!
Roberta, ex attrice, vive in piccolo borgo medioevale. E'serena e tranquilla, fino a quando non ricomparve Giovanni Astardi, il più grande amore della sua vita. Astardi era un attore di successo ma ultimamente non lavorava quasi più e s'era ridotto a fare piccole pubblicità per delle televisioni locali. Parlarono del loro presente e del passato. Astardi tornò a Roma alla ricerca di un successo perduto mentre Roberta cercò di riprendersi da quella visita che l'aveva molto destabilizzata e provata.Questo romanzo analizza gli aspetti contrastanti dell'ambiente cinematografico della Roma degli anni `90..I suoi personaggi ne sono condizionati in modo determinante e spesso drammatico, reagendo ognuno con la forza interiore di cui è capace.
Un romanzo avvincente per passioni,amori,tradimenti da gustare fino all'ultima pagina
anteprima
3 CAPITOLO
La colazione, che aveva
preparato, era ricca e abbondante: caffè, latte, cornetti, fette biscottate,
pane fresco, burro, marmellata e miele.
Giovanni non perse tempo.
Prese le fette biscottate e le bagnò nel caffelatte mentre Roberta gli diceva
di come fosse stata fortunata Natalia, nonostante fosse la meno bella di loro
tre e la più timida e della fortuna che aveva avuto nel far innamorare di sé un
produttore. Certo non era diventata una star di prima grandezza, ma aveva
lavorato tanto.
Giovanni confermò che Natalia
non era mai stata riconosciuta come una vera attrice.
“Hollywood non l’ha chiamata
mai “, precisò Roberta, che si disinteressò del cibo che si trovava sulla
tavola.
Era tesa e nervosa, ma nello
stesso tempo provava un certo sollievo quando parlava di Natalia.
Giovanni s’era accorto che
Roberta aveva qualcosa di grosso nella testa e che parlava di Natalia per
arrivare a qualche importante questione che la riguardava .
“Ma Natalia aveva talento; non
certo come attrice, ma in un altro campo sì. I suoi modelli erano originali,
belli e speciali, anche se, nei primi tempi, aveva bisogno di qualcuno che
limasse alcune grossolanità. C’è riuscita! E’ riuscita a diventare una star.
Non un attrice, ma una stilista. E che stilista!”
“Natalia non si è mai
interessata di voi, di te e di Giulia?”
“No, mai. Sì, ci tenevamo in
contatto. La stessa cosa che è successo con te. Sapevamo qualcosa l’una
dell’altra. Ma mai s’è interessata di noi direttamente. E poi sai bene che la
vera amicizia esiste quando si è tutti nel fango.” replicò.
“Vuoi dire che non credi
nell’amicizia?”
“Ci credo, eccome. Ma nel caso
in questione ho notato che ci sentivamo più vicine, e partecipi, e compagne, e
complici quando abbiamo iniziato per cercare di sfondare che non dopo, quando
ognuno, nel bene o nel male, aveva fatto un bel po’ di strada.”
“Bene.”, disse Giovanni, dopo
aver gustato il cornetto alla crema.
Ora si sentiva abbastanza
soddisfatto per quello che aveva mangiato, ma Roberta volle comunque che
prendesse un’altra tazza di caffè; l’avrebbe presa anche lei.
La donna lo invidiava un po’
per il vizio del fumo... perché sentiva
il bisogno di fumare, ma lasciò perdere: non voleva ricadere nel vizio e nella
dipendenza da nicotina.
Giovanni bevve il caffè; poi
si accese una sigaretta: a lui era concesso
fumare.
Si ritrovarono in giardino.
“Un giorno, non ricordo l’ora,
sento il telefono squillare. Vado a rispondere e immagina un po’ chi era?
“Natalia!? “, rispose pronto
Gianni.
“Bravo. Sì, Natalia. La donna,
che non ha neanche un po’ di tempo per andare al cesso, di chi si va a
interessare? Di me. Non le chiedo come sta, né che fa, né perché ha chiamato,
né che cazzo vuole. Dice tutto lei. Mi dice che ha parlato con un regista
importante per affidare a me, (alzando il tono della voce) a me capisci, un
ruolo importante in un film. Lei è invischiata economicamente nell’operazione,
lei crede in me, lei vuole me. A giorni, avrebbe mandato un agente a
contattarmi e a farmi leggere il copione.”
Giovanni si accese un’altra
sigaretta e si allontanò da Roberta, che rimaneva ancora seduta sul dondolo.
Capiva, ora, perché la sua
amica era così tesa.
L’equilibrio, che
faticosamente aveva trovato, rischiava di andare in frantumi.
Già le era costato tanto
prendere la decisione di abbandonare tutto, e ora che era riuscita a trovare un
suo status di vita, arrivava questa proposta da lontano che le poteva
sconvolgere la vita.
Avrebbe fatto salti di gioia,
avrebbe corso a perdifiato per chilometri, avrebbe acceso un cero al suo santo
protettore se quella proposta le fosse giunta tempo prima.
Ma si sa bene che molte cose
arrivano nel momento che meno te l’aspetti.
“...ed è arrivato? “, chiese
Giovanni, sempre tenendo le spalle a Roberta e con gli occhi tesi a osservare
l’orizzonte.
”Chi?”
“L’agente.”
“Sì! Alcuni giorni fa. Si è
presentato con un mazzo di rose rosse e con un fare gentile e affabile. Un uomo
elegante, sicuro di sé, esplicativo al massimo. E’ arrivato al problema in modo
chiaro e conciso. Aveva un modo di fare che, se mi avesse messo sotto gli occhi
il contratto, l’avrei firmato senza neanche accorgermene “, disse Roberta, che
si fermò per un attimo; forse aspettava una domanda da Giovanni, che non ci fu.
Proseguì.
“Mi hanno offerto cinquecento
milioni per fare il film. Una cifra enorme per convincermi a eliminare ogni
resistenza.
“E tu cosa hai deciso? “,
chiese, voltandosi e tenendo lo sguardo fisso su Roberta.
“Mi hanno dato del tempo per
riflettere. Poco tempo per me, ma un’eternità per loro: quindici giorni.”
“Hai letto il copione? E’
qualcosa di buono per te?” domandò.
“Il copione? L’ho letto,
eccome! Ti dico, Gianni, che è la parte che ho sempre sognato d’interpretare.
Un ruolo bellissimo, vitale e di grosso spessore. Il meglio per me “, rispose,
estasiata.
E questo stato di grazia lo si
poteva notare osservando il luccichio dei suoi occhi.
Giovanni le consigliò di
accettare.
Roberta non gli rispose,
allargò le braccia e le distese sul bordo dei cuscini del dondolo, poi con i
piedi diede una spinta e si lasciò cullare, tenendo gli occhi chiusi.
“Torno a Roma “, disse
Giovanni, incuneandosi nel silenzio che durava da un paio di minuti.
Roberta annuì.
Solo quando sentì più il
rumore dell’auto, si accorse che era
andato via.
Fece una corsa, uscì da casa,
arrivò sulla strada. Lo chiamò ad alta voce, ma l’auto era abbastanza lontana.
Era stata stupida ed egoista.
Aveva pensato solo a se stessa, ai suoi problemi, ai suoi dubbi.
Quando Gianni le aveva detto
che tornava a Roma, avrebbe dovuto capire che aveva qualche problema.
Bella stronza era stata a
comportarsi così.
Ripensò a quello che gli disse
quando aveva preso la decisione di smettere: sarò il tuo porto, quando
deciderai di smettere di navigare.
Certo, sono cose che si dicono
in quei momenti; magari se lui avesse deciso di tornare in un mese o al massimo
in un anno, lei ne sarebbe stata immensamente felice.
Ma, si sa, le cose cambiano.
Cambiano le circostanze, cambia l’ambiente e cambiamo noi stessi.
Ma lei no, non doveva farlo.
Non doveva comportarsi in quel modo.
Certo aveva, come scusante, la
situazione che stava vivendo.
In questo ci si metteva anche
Argot, il suo convivente.
Voleva sposarla, voleva
tenerla per sé, ma lei gli aveva detto che era meglio convivere, non
legalizzare, né tanto meno vivere sotto lo stesso tetto.
Si era sentito inadeguato e non
degno di Roberta.
Lei gli aveva tante volte
ripetuto che lo amava così, per il suo modo di essere, per il suo stile di
vita, ma Argot non si sentiva più soddisfatto del solito trantran che fino
all’incontro con Roberta aveva scandito tutta la sua esistenza.
Voleva di più, voleva darle di
più.
Così aveva mandato al diavolo
i suoi mutuati e aveva rispolverato la sua specializzazione in chirurgia.
Non aveva mai esercitato.
Aveva iniziato a frequentare corsi di aggiornamento a Milano, a Roma; aveva
contattato i suoi amici per trovare lavoro in una clinica privata.
Voleva essere degno di lei.
Voleva che Roberta un giorno potesse dire: “È un grande chirurgo. Ha salvato
molta gente ed è il mio uomo”.
“ No, no e no! Non hai capito
niente! Non è questo ciò che voglio!”,
aveva tante volte gridato per
dissuaderlo.
E poi il film. Il contratto.
Il fotografo.
“ Sorridi, Roberta. Ancora
di più. Brava. Bene.”
Sorridere. Piangere. Mostrare
un po’ di gamba fuori.
“ Il seno. Dai che l’hai
abbondante. Mostralo! Ma... Roberta, che cosa hai questa mattina? Mostra tutto
il seno.
Notte.
Alzarsi alle tre di notte.
Bene.
Conferenza stampa.
L’intervista alla radio.
La televisione.
Fare presto.
Altra intervista.
Festeggiamenti.
Evviva!
E’ fatta?
E’ andato bene?
Bene. O.K.
Il viaggio. L’aereo. IL treno.
La nave.
No, no e no. Lei non si
sarebbe lasciata trascinare in questo vortice, lei non ne aveva la forza, lei
non avrebbe firmato.
Ma come lasciare andare alla
malora tutto questo?
Cinquecento milioni!
La possibilità di entrare dalla
porta principale nel mondo del cinema importante, quello che conta, quello
d’autore.
Un’occasione unica,
irripetibile.
Aveva una tempesta di pensieri
nella testa e si muoveva nella stanza come un automa. Era irrequieta. Avrebbe
fumato ora, ma non c’erano sigarette. Un po’ di whisky le avrebbe fatto bene.
Bevve tutto d’un fiato il primo bicchierino e poi il secondo.
Si sentiva un po’ stonata.
Accese la radio. La solita
frequenza: radio Mnemosin.
E si lasciò cadere sulla
poltrona in attesa che qualche segnale le giungesse...
Ascoltò la canzone dei
mondiali, ascoltò una canzone di Anna Oxa.
E poi sentì: Sexy sadie what have you done
Era la voce di Lennon, erano i
Beatles. Quella canzone era sexy sadie.
Erano riusciti a trovare il
disco, “il bianco”.
Canticchiò per un po’ la
canzone, poi si addormentò.
Nessun commento:
Posta un commento
i vostri commenti e opinioni