E con vero piacere che vi presento uno stralcio di Un anno un giorno buona lettura.
Era il 3 luglio e c’era un
gran fermento di gente per la strada. Colpa della partita di calcio, che da lì a
una mezz’ora si sarebbe giocata allo stadio S. Paolo di Napoli: Italia –
Argentina, semifinale del Campionato mondiale di calcio.
La porta era aperta. Chiamò
varie volte e, non ricevendo risposta, entrò.
Una giovane, che stava lavando
il pavimento, chiese chi fosse e cosa cercasse e, senza aspettare alcuna
risposta, disse di ripassare il giorno dopo, dato che la radio stava chiudendo.
“ Sono Roberta. Ho chiamato prima “, disse a
bassa voce.
Edwige si scusò per non averla
riconosciuta e ,dopo essersi tolta i guanti di gomma, allungò una mano per
salutarla.
Quando le aveva fissato
l’appuntamento, Edwige non pensava che questa Roberta avrebbe realmente
rispettato l’impegno.
Edwige si occupava della
pulizia dell’appartamento, dove c’era la sede della radio; faceva la segretaria,
selezionava i dischi da trasmettere, stilava i programmi e di tanto in tanto
aveva l’onore di andare in onda con qualche suo programma.
Non aveva una paga sindacale,
né un contratto, ma era l’unica, tra quelli che lavoravano alla radio, a
prendere dei soldi: centomila lire al mese.
Gli altri conduttori
lavoravano per hobby o per passione.
Per loro la radio era un
ottimo sistema per avere contatti con l’altro sesso; in pratica si riusciva
sempre a cuccare.
King era uno di questi
conduttori. Capelli ricci, fisico asciutto e prestante, una voce simpatica ed
un modo davvero infallibile nello stabilire il contatto con una donna: un
casanova.
“Ciao! Mi chiamo Giorgio. Sono
il dj King “, disse, quando Roberta entrò nello studio di registrazione.
Giorgio continuò ad armeggiare
vicino al registratore a bobina: doveva mandare in onda la registrazione del
programma che avrebbe impegnato il tempo fino alla mattina seguente.
C’era il rischio che il nastro
s’impigliasse o che il registratore andasse in blocco. Per questo motivo
controllava che tutto fosse a posto, se succedeva qualche guaio la radio
rimaneva muta per tutta la notte.
Quando ebbe finito, poté dedicarsi a Roberta.
“ Mi deve scusare. E’ capitata in un brutto
momento. Ora, però, è tutto a posto “, disse King , mentre scrutava con occhio
indagatore la donna dalla testa ai piedi.
“ Già “, rispose .
Roberta aveva preso dal suo
scaffale un bel po’ di dischi: quarantacinque e trentatré giri. Li aveva messi
in una busta e li aveva portati lì per
prestarli alla radio. Il fiore all’occhiello era rappresentato da un
quarantacinque giri dei Silver Beatles, comprato al mercatino delle pulci,
praticamente introvabile: un pezzo raro.
Aveva deciso di dare una mano
alla radio Mnemosin, di conoscere Edwige e di parlare con quel
chiacchierone di King, ora che il problema del film era stato un po’
allontanato.
Infatti l’agente della casa
cinematografica, intuendo che Roberta avrebbe deciso per il no, le aveva dato
tempo. Poteva dare una risposta definitiva ai primi del mese di settembre.
“Le darei certamente tutto il
tempo che vuole, considerato la sua gentilezza per averci portato queste
rarità, ma la prego di capire.”
S’interruppe. La osservò.
Roberta sorrise. King continuò.
“ Io non so se lei è una
tifosa o è appassionata del gioco del calcio. C’è l’Italia in televisione.
Dobbiamo andare a casa di un nostro amico a vedere la partita. Viene anche
Edwige. Perché non viene anche lei? “, chiese King, concitato e nella speranza
che dicesse di no.
Ed invece Roberta accettò, anche
se sapeva bene di essere un’intrusa, anche se sapeva che si sarebbe trovata a
disagio a contatto con tutti quei ragazzi.
Volle provare. Per una volta
volle dare ragione al suo istinto, volle abbandonare quella sua logica
perbenista che le faceva fare solo azioni equilibrate e razionali.
SUGGERIMENTI COMPRA - BUY
ADIOS COMPAGNERO
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