PRESENTAZIONE: Da Maria Antonietta a Greta Garbo. Da Messalina a Lucrezia Borgia. Tutte le donne che hanno avuto un vita tormentosa, affascinante e a volte tragica.Anita Garibaldi ci parlerà del suo amore per Giuseppe che la porterà a seguirlo in Italia. Cleopatra analizzerà la sua vita e la necessità di essere malvagia e crudele tanto da spingerla ad uccidere sua sorella. La contessa di Castiglione spiegherà le ragioni che l'hanno spinta ad essere una cortigiana così come la marchesa di Pompadour , relazionerà la sua abilità di rimanere comunque la favorita del re nonostante ci fossero giovine donne decise a prendere il suo posto. Della Gioconda ammireremo la sua compostezza e il suo modo di essere una donna al cospetto di Leonardo mentre dipinge il suo ritratto. Elena di Troia ci dice che fuggire con Paride a Troia è stato l'unica cosa saggia che ha fatto nella sua vita e di non avere alcun rimorso per le migliaia di morti per causa sua. Le relazioni, i reportage le interviste con queste donne famose di ogni epoca ci portano a spaziare in ogni tempo con la convinzione che se vuoi spiegarti il presente si deve sempre guardare al passato.
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STRALCIO 1 LA GIOCONDA
“Io sono Lisa ma per tutti voi sono la Gioconda. Solo perché
ho sposato Francesco del Giocondo. Una famiglia allegra e gioconda, quindi.
Ricordo ancora la prima volta che vidi Leonardo:il 15 aprile
del 1503 Eravamo nella mia stanza di ricevimento al primo piano di un nostro
palazzo. Il maestro mi guardò, anzi mi fissò per un bel po’ di tempo; poi si avvicinò a mio marito e gli disse che dovevo provvedere a
togliermi un po’ di peluria sotto il mento e di non ingrassare più di tanto.
Ritornò da me e mi chiese di mettermi a
sedere. Mi corresse la posizione delle braccia e sorrise, poi tirò fuori il
telefonino e fece un self con lo
specchio davanti. Se fate delle ricerche in archivio, troverete me sorridente
con Leo.La foto mi fu fatta da uno di voi che veniva dal futuro”, dice la Gherardini con voce calma e
intonata.
“ Mi scusi Madonna Lisa, era necessario. Dovrò vedere i
lineamenti, le proporzioni” , si scusò Leonardo, poi con il capo abbassato
andò via.
Ecco, ci siamo la Gioconda ha parlato. Voi la vedete muta che vi scruta con
i suoi occhi come se dovesse nascondere un segreto. Invece io ho sentito la sua
voce.
“Sono nata a Firenze e sono una nobildonna”
“ Questo lo sappiamo. Lei appartiene a una famiglia nobile”, intervengo.
“ Sono una Gherardini. La mia
famiglia era ricca. Al tempo in cui mi sposai avevamo perso un po’ della
ricchezza ma ne avevamo abbastanza per poter vivere di rendita. Feci un
buon matrimonio, tanto che balzammo dal 100° al 50° posto dei più ricchi di
Firenze”
“ Chi era il primo a Firenze?”, mi scappa di chiedere.
“ Io non lo so. Provi a consultare la classifica annuale di Forbes e lo
saprà”
“ Non si arrabbi, la prego. Era un modo per stemperare un po’ la tensione
di questo incontro. Continui.”
“Molti dei giovani della
vostra epoca pensano all’amore. Che stupida ed illusa gente! Il Colonnello
Musaccio diceva sempre alle sue figlie : donne e non mignotte, con ripassi di
giovani e vecchi intellettuali in modo da ringiovanire la mente ed il corpo ma
pronti a sposare il conte.
E la verginità sfiorita, direte voi? Rifiorirà con la cura
del Mago Orzoe che nel momento del possesso abbaglierà la vista e i sensi dello
sposo”, dice tutto d’un fiato.
La osservo e non la interrompo. Lisa beve un bicchiere d’acqua. Mi sorride
e continua.
“Ho avuto cinque figli. Non
so se ,quando Leonardo mi dipinse, ero incinta o appena partorito”
“ Lo sa che quel dipinto ha un valore astronomico?”,
riferisco.
“ Sì. Lei, messere, pensa che potrei chiedere i diritti
d’immagine. Sono sicura di non averli mai ceduti”, chiede.
“ Forse, la procedura è un po’ lunga ma con un buon avvocato
qualcosa potrà ottenere”
“Oh, gli avvocati! Nessuno della mia discendenza potrà
chiedere qualcosa anche perché
il ramo toscano dei Gherardini si estinse con la morte di
Fabio , ultimo nobile della famiglia in Toscana”, si
rammarica.
“ Però Leonardo vi ha regalato l’eternità, la popolarità. A proposito
com’era dal vivo?”, chiedo.
Lisa non risponde subito. Gira per la stanza e si siede.
“ Enigmatico e misterioso. Penso che allora non aveva molto lavoro per questo accettò di
fare il ritratto. Intanto non prendeva la disoccupazione e pensava ai suoi
studi sugli uccelli. Una volta mi confidò che sarebbe riuscito a volare”
“ Ma non c’era qualche magnate che lo sovvenzionasse?”
“A quei tempi c’era fame e carestia. I grandi mecenati erano del
tutto spariti. Non c’era, insomma un Aurelio (n.b. presidente del Napoli calcio) che mette mano alla sacca e fa risorgere un club fallito”
“ Come siete venute a contatto con questo grande artista? Suo
marito conosceva Leonardo o era un suo lontano parente?”
“ Niente di tutto questo. Semplicemente andammo ad abitare vicino
alla casa di Piero da Vinci in via dei Pepi
nei pressi della Basilica di S. Croce Non so il motivo o la causa per
cui mio marito commissionò il dipinto né quanti fiorini dette in acconto. Ci
furono delle incomprensioni, dei contrattempi . Una volta il maestro ci lasciò
per una settimana per rispondere ad una chiamata di lavoro a Milano . Sa come
fanno i giovani d’oggi. Partono con quei pochi soldi e vanno a Milano come se
lì stessero tutti ad aspettarli. Anche allora era un polo d’attrazione lavorativo.
Alcuni raccomandati ottengono il lavoro, altri ritornano a casa senza soldi e
disperati”
“ Lei, quando si sposò, era Vergine?”
Lisa mi lanciò un’occhiata di fuoco. Se avesse potuto mi avrebbe
incenerito all’istante ma non lo fece. Cercò di mantenersi calma anche se aveva
un tremolio alle mani. Si allontanò da me e mi voltò le spalle. Andò vicino
alla finestra. Guardò fuori e disse: è una splendida giornata di sole.
Non replicai. Continuai a guardarla negli occhi. Attendevo una
risposta.
“ No. Non ero vergine”, dice con
un velo di lacrime negli occhi. Pensò che la sua immagine venisse sporcata agli
occhi dei posteri. Non per questo si sottrasse e continuò a parlare.
“ Ero appena una bambina ma lui mi sembrava bello, forte e
affascinante. Lui era Giuliano, figlio di Lorenzo il Magnifico. Avevo allora
solo 13 anni”
“ Ci furono delle conseguenze da questa relazione?”
“ Lei, messere, certamente vorrà sapere se sono rimasta incinta.
Sì. Rimasi incinta. In questi casi l’uomo è il primo a scappare, proprio come succede
nella vostra società. Per fortuna o sfortuna abortii. La mia posizione di donna
nella società fiorentina poteva a momenti precipitare al rango di una
prostituta di strada , anche se erano stati messi a tacere con cospicue somme
di denaro tutti quelli che erano a conoscenza della faccenda. Mio nonno che aveva da subito percepito il
pericolo cercò in poco tempo un uomo da sposare. Non importava se vecchio, se
vedovo, se orbo o sciancato. Così all’età di 15 anni andai in sposa a Francesco
del Giocondo, divenendo la sua terza moglie. Lei si domanderà chi era Francesco
e come era stato trovato in così poco tempo. Lei sa bene che quando succedono
di questi casi la soluzione è all’interno della famiglia. Certamente non tra
consanguinei. Orbene, Francesco aveva sposato Camilla di Mariotto, figlia di mio
nonno.
Francesco, mercante di seta, era vedovo e non avrebbe rifiutato
mai una carne giovane e fresca anche se usata. Sempre giovane ero. Inoltre lui
ebbe dei vantaggi perché il nome dei
Gherardini era nobile ed antico. Il nome
della casato lo portò ad essere eletto come uno dei Dodici Buonomini della Repubblica Fiorentina e poi venne
eletto Priore”
“ Quindi nella
sua vita lei è stata solo con Giuliano e Francesco?”
“ Perché lei
pensa che ce ne potessero essere altri, non menzionati nelle cronache rosa
della città di Firenze? Se anche ci fosse stato un solo altro uomo nella mia
vita io non lo rivelerei mai. Purtroppo ho avuto ben altri problemi in famiglia
che mi hanno fatto venire un ulcera gastrica”
“ Quali? I
suoi figli?”
“ I maschi non
mi hanno dato eccessivi problemi, purtroppo
Camilla e Maria, sì”
Resto muto. Vedo con i miei stessi occhi il dolore e il
dispiacere sul volto di Monna Lisa.
“ Entrambe si sono fatte suore. Camilla prese il nome di suor Beatrice
ed entrò nel convento di Santo Domenico del Maglio .Era giovane”
Lisa abbassa il capo e piange.
“ Qualche delusione d’amore?, chiedo.
“ Di più, molto di più. E’stata con molti uomini –piange, poi si
fa forza e continua a parlare- L’hanno vista mentre faceva all’amore con due
uomini. E questo non sarebbe nulla se l’avesse fatto con persone della sua
stessa età Invece era vecchi. Erano tutti vecchi quelli che hanno fatto l’amore
con lei. Non c’erano soluzioni, né si
poteva tentare di farla maritare con un vedovo malandato: era stata molto
usata. Andò in convento. Morì a soli 18 anni”
“Per me questa storia non è verosimile. Forse sono leggende o
dicerie. Si sa, la gente tenta ad ingigantire. Ci sono stati casi di persone
che si sono uccise travolte da scandali, menzogne e dicerie. Nella nostra epoca
non succede più. Ci sono donne di rara bellezza, di ceto sociale elevate che
hanno fatte le prostitute per provare nuove sensazioni. Scoperte. Non si sono
vergognate anzi hanno loro stesse attaccato chi le giudicava dicendo
semplicemente che chi era stato con loro non era costretto da nessuno. Ed
l’hanno pure pagata per fare l’amore. E il politico scoperto per tangenti?
Semplicemente dice che pagherà per quello che ha fatto e restituirà quanto
preso. Patteggerà la pena e vivrà felice e contento. E’ evidente che la cosa è
riferita all’ ultima tangente, le altre sono andate in prescrizione”
“ Lei dice. Forse siamo stati bigotti. Ma quella era la nostra
epoca e non potevamo fare altrimenti. Penso che il suo tempo per stare qui con
me sia finito”
“ Sì. Una curiosità: lei ha visto il dipinto di Leonardo,
finito?”
“ Macché! Il maestro andava e veniva. Non è stato mai
professionale, preciso. Aveva mille cose da fare. Ma se avessimo messo una
penale per il ritardo della consegna dell’opera forse il quadro La
gioconda sarebbe rimasto in Italia e la fila che si fa ora al Louvre l’avrebbero fatta a Roma. Molti critici hanno
detto che il quadro non rappresentava affatto una donna ma un maschio o un
ermafrodita. Forse tenendo conto dell’omosessualità del Maestro. Invece sono
io”
“ Lei, Madonna Lisa, è
morta il 15 o il 14 luglio del 1542 ed è stata seppellita in Sant’Orsola. Lo sa
che stanno facendo degli scavi per trovare qual’é il suo corpo. Con il Dna ci
riusciranno”
“ Dna? E cosa è? Comunque i morti sono morti anche se non vi
biasimo per la Vostra ricerca del mio corpo. In fondo sono stata comunque nella
storia di ognuno di Voi”
“ La ringrazio per l’intervista. Di lei serberò un dolce
ricordo”
“ Addio, messere”
La luce si spense. Monna Lisa non c’era più.
2
ANITA GARIBALDI
“ La
mia è stata una vita breve, ma quante soddisfazioni! Aver preso per amante e
poi per marito don Peppino Garibaldi è stata davvero una fortuna. Voi non
riuscite ad immaginare quanto era bello, quanto era forte e quanto fosse macho
nel fare all’amore”, esordisce Anita.
“
Siamo contenti per Lei. Le generalità, prego”
Anita
mi guarda stupefatta come se volesse dire: ma che sei stronzo?
“
Non capisco. Ma che è un quiz? Lascia o raddoppia o la ghigliottina? ”
“ Lo
chiedo per loro,i miei cinque lettori come si vantava di dire Manzoni, ben
sapendo che ne avrebbe trovati migliaia. Non tutti hanno studiato. Forse sanno
solo leggere”
“E
va bene. Facciamo quest’altra stronzata. Sono nata a Morrinhos nello stato
brasiliano”
“
Ah, brasiliana! Allora sei pure bona!”
“Fai
meno lo stronzo. Non c’è trippa per gatti. Penso di essere stata chiara.
Riprendiamo. Il mio nome completo è Ana Maria de Jesus Riberio da Silva. A
Troisi, lo so, non sarebbe piaciuto questo nome lungo ma tant’è. Sono nata il
30 agosto del 1821 in una famiglia numerosa. Mamma si è data da fare. Sono la
terzogenita di 10 figli. Mi sono sposata a 14 anni con Duarte. Eravamo alla fame. Mio padre è morto presto e
così anche tre dei miei fratelli. C’era necessità di sfoltire la truppa. Tutte
le figlie maggiorenni mia madre le ha date in sposa”
“Come
è stata la sua vita con Duarte?”
“
Normale. Senza infamia e senza lode. Lui la prima cosa che ha fatto è stata
quello di mettermi subito incinta. Mi
piaceva Duarte. In verità sono stata bene con lui anche se spesso si tirava la
cinghia: non arrivavamo mai alla
fine del mese. Abbiamo cercato di fare economia: prendere i cavalli lo stretto necessario, e per secondo non comprare
la gazzetta brasiliana la Domenica. La situazione del paese non era pacifica;
c’era sempre qualcuno che voleva giocare a far guerra. Duarte si dava da fare
ma quello che portava a casa era una miseria. Abbiamo fatto altri tagli: niente
vestiti, niente villeggiatura ed abbiamo limitato le uscite del sabato sera.
Solo una in un mese. Qualcuno ci ha promesso un sussidio di 80 euro al mese.
Abbiamo controllato se entravamo nella fascia di assistenza ma ,non avendo alcun reddito, non c’erano le condizioni
per avere questo sussidio. In pratica se sei un nullo facente: zero denero hai e zero denero puoi avere. Norma
distorta ed aberrante. Ho proposto allora a mio marito di spostarci in un altro
posto, di emigrare negli States. Duarte
mi ha fatto notare che
lì almeno avevamo una casa e che non era il caso di spostarci. Poi è arrivato
Giuseppe e tutta questa miseria di colpo è svanita”
“ Vi
ha dato dei soldi, forse?” chiedo sommessamente.
“
Macché! Anche lui era messo male. Era venuto in Brasile per sfuggire alla
condanna di morte per aver aderito alla giovine Italia di Mazzini. Mi sa che ha
fatto qualche altra cazzata. Magari qualche attentato. Lui dice che era
repubblicano ma che alle volte di fronte a certi scenari bisogna avere anche la
capacità di cambiare bandiera. E qui subito si è messo al comando di una
corazzata per rendere indipendente lo stato di Santa Catarina dal governo
centrale brasiliano. Ma la situazione per lui si è fatta complicata ed è stato
costretto a lasciare subito la città di Laguna”
“
Allora lei , che non vuole assolutamente perderlo , abbandona suo marito e lo
segue nelle sue avventure”, la interrompo.
“
Esatto. Lei mi dirà che dovevo essere stupida e deficiente per fare questa
scelta azzardata. Ma era l’amore e lo spirito di avventura che mi ha trascinata
a seguirlo nelle sue battaglie”
“
Infatti, nel 1840 lei con Giuseppe partecipa alla battaglia di Curitibanos,
dove lei viene fatta prigioniera e Garibaldi risulta morto in battaglia”
“
Non era vero. Lui ha cento vite, in quanto a me riuscii a fuggire a cavallo
nonostante fossi incinta di sette mesi. Il 16 settembre del 1840 nasce il nostro primo figlio che chiamammo
Menotti. La nostra situazione economica diventava giorno dopo giorno sempre più pesante. Molti ci hanno offerto
dei soldi ma Peppino li rifiutò. Ci trasferimmo in Uruguay, il paese del matador
Cavani. Lì facemmo altri tre figli. In pratica più stavamo in miseria e più
facevamo figli. Non ci siamo mai limitati anche perché non c’era la pillola
anticoncezionale”
“
Tra figli da curare e battaglie non si capisce un cavolo anche perché il
generale non è uno che si sta con le mani in mano. A Milano c’è lo scoppio dei
moti risorgimentali e Peppino c’è. La Repubblica Romana è in pericolo e Peppino
c’è”, informo.
“
Voglio precisare che c’ero anch’io. Non potevo stare a casa a fare la calza
mentre mio marito rischiava la vita”, dice Anita.
“ E
allora persa Roma, volete raggiungere Venezia. Anche lì la Repubblica era in
pericolo. Purtroppo il cammino era lungo e difficile e lei prende la malaria.
Una malattia, a quell’epoca devastante. Nonostante questo, lei è decisa a
proseguire il viaggio”
Anita
ha le lacrime agli occhi. Con il gomito tenta di asciugare le lacrime. Ha la
visione dei quei momenti. Lei distesa sul letto e l’amato accanto mentre
intorno c’è guerra e confusione.
“ Ho
vissuto e ne è valsa la pena anche se non sono riuscita a vedere l’Unità
d’Italia. La mia vita è stata comunque bella. Ho amato e riamata Giuseppe, il
mio grande amore. Ho avuto figli ed ho
visto l’Italia” dice Anita.CONTINUA SU AMAZON.IT UN PICCOLO ACQUISTO VI ALLUNGA LA VITA
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