mercoledì 10 febbraio 2016

NERONE, NERONE VAI A MINTURNO!


Avremmo trovato la strada per vedere l'anfiteatro e avremmo avuto la fortuna di camminare sulla via Appia? L'antica via che i romani costruirono e che partiva da Roma ed arrivava fino a Capua.
Siamo entrati un po' timorosi ma il custode ci accolto con il sorriso. Mi ha seguito a distanza e quando io gli ho posto una domanda lui subito si è offerto di mostrarmi le cose : questo è il foro, questo è il teatro. Non si è risparmiato e quando ho chiesto di fare una passeggiata sul ponte borbonico ... ha preso le chiavi e siamo andati.
Molti non sanno che c'è un ampio parcheggio per le macchine nonostante la segnaletica ne indichi il percorso per raggiungerlo.
Siamo entrati. Ho camminato sul ponte con le sfinge. Qualcuno ai cancelli si è fermato per chiedere l'entrata. Erano due persone, poi sono arrivate cinque persone e poi tante altre ancora. Il ponte si può vedere, si può vivere. E' stata una fantastica giornata.
Non abbiamo visto Nerone che fa il bagno nelle terme, lui ha preferito andare a Suio ed è lì che vi porterò la prossima volta.

Ed ora un viaggio in ascensore! Avete paura? Temete di perdere la vostra identità?    COMPRA- BUY L-ascensore-Boston-
Perché l'ascensore impiegava tanto tempo per arrivare al 3° piano?
Erano già passati più di cinque minuti che lui era entrato in quella maledetta scatola metallica.
L'ascensore continuava a salire, non si fermava mai, anzi la sua velocità aumentava sempre di più fino ad arrivare a 7 m/s.
Com'era possibile?
Di colpo ci fu una veloce decelerazione e alla fine l'ascensore si fermò. Fratta aveva notato che  andava troppo veloce, mai però avrebbe immaginato che l'ascensore fosse andato a quella folle velocità. La luce della cabina improvvisamente si spense: era mancata la corrente.
L'uomo, immerso nel buio più totale, sentiva il frastuono del violento temporale, che si stava scatenando fuori, e quasi vedeva con la mente i fulmini che cadevano giù.
“ Ci voleva pure questo! Accidenti! Speriamo che non si sia rotta la centralina di erogazione elettrica, altrimenti qui si farà davvero notte”, pensò, ostentando un certo disappunto per quanto gli era capitato.
Alla cieca si avvicinò al quadrante dei pulsanti e tentò di premere il pulsante del campanello d'allarme. Non vedeva niente. Non poteva neanche cercare nelle sue tasche dei cerini o un accendino, considerato che non fumava.
Allora incominciò a premere tutti i pulsanti nella speranza di sentire il suono forte del campanello d'allarme.
Non si sentì alcun suono.
Che cosa stava accadendo in quel maledetto ascensore?
Stava per perdere la pazienza; fino a quel momento era rimasto calmo e lucido, ma ora una paura sottile e pungente lo stava prendendo. Era disperato. Sentì il sudore freddo e intenso bagnargli la fronte.
Avvertì qualcosa allo stomaco. Un dolore. Per fortuna sparì subito.
La luce ritornò quasi per incanto e, senza che George facesse nulla ,l'ascensore incominciò lentamente a muoversi.
“ Dove diavolo va?”, urlò. L’ascensore andava molto veloce. Cercò di fermare quella folle corsa. Premendo ripetutamente il tasto di stop.
Lui non riusciva a fermare quella folle corsa; era disperato.
Batté i pugni con forza sulla lamiera della cabina, gridando con rabbia e paura.
“Maledetto! Fermati, per Dio!”

Inspiegabilmente l'ascensore si fermò.
Prima di comprare accertati di stare bene!


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